La frase scelta per il mese di marzo è una di quelle che sembrano complicate.

Appartiene ad Albert Bandura, uno psicologo canadese noto per il suo lavoro sulla teoria dell’apprendimento sociale, specie nel suo impatto sulla teoria sociale cognitiva, ed è contenuta in un libro davvero eccezionale, quell’ Intelligenza Emotiva di Daniel Goleman che rappresenta una pietra miliare nello studio della neurologia e delle scienze comportamentali.

“Le convinzioni che le persone nutrono sulle proprie capacità hanno un profondo effetto sul queste ultime. La capacità non è una proprietà fissa: c’è una enorme variabilità di prestazioni”.

Mi ha colpito per due motivi.

Il primo perchè molto spesso i miei amici imprenditori hanno l’idea che se una persona è capace in una determinata attività, lo sarà per sempre, qualsiasi cosa succede ed in qualsiasi modo si tratti la persona. Anzi, migliorerà di sicuro.

Ma cosi molto spesso non è.

In secondo luogo – e direi principalmente –  mi ha colpito perchè molte volte nella valutazione delle capacità di una persona ci fermiamo a misurare le cose che sa fare, piuttosto che altri fattori molto più decisivi sul lungo periodo, come la motivazione, il tono emotivo, la capacità ematica o la leadership naturale. Trascurando il fatto che una “bella persona”, cioè una persona con approccio positivo, proattiva, disponibile, responsabile, diventa più facilmente una “persona capace”, mentre viceversa una “persona capace” triste, scontrosa, egoista, poco motivata sul lavoro, con principi non allineati farà molta più fatica a diventare una “bella persona”.

Discorsi forse impopolari, posso immaginarlo…tu che ne dici? commenta di seguito o contattami qui.

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