Molte volte nel mio lavoro capita di dover intervenire nella gestione dei rapporti interpersonali, che sono il vero motore della crescita di una azienda, come pure dell’evoluzione di ogni essere umano.

E molto spesso mi sento dire che “le persone non sono capaci di dare” nel senso che l’uomo, fondamentalmente egoista, non riesce a dare agli altri disinteressatamente. Quindi “mi spezzo la schiena per lui/lei, e neanche se ne accorge”;  oppure “è inutile una politica di motivazione e crescita delle risorse umane”; ma anche  “è da idioti creare una politica di customer satisfaction “ perchè “tanto i clienti non sono mai contenti” e guardano solo il prezzo….

Questi commenti mi feriscono, anche se riconosco una verità di fondo, cinica forse, poco corretta per la mentalità buonista comune certamente, ma indiscutibile – almeno per chi è libero di pensare: l’uomo si muove sempre per un interesse personale.

Ho spesso sperimentato che riconosciamo negli altri i nostri comportamenti: molto spesso giudichiamo gli altri per come siamo noi.

Quindi siamo noi che non riusciamo a dare?

No, sarebbe relativamente semplice imparare. La grandi difficoltà stà nel fatto che diamo, e spesso anche tantissimo (tra partners, ai clienti ed al mercato, ai nostri dipendenti e collaboratori) fino ad esaurire tutte le nostre energie emotive e fisiche, ma ciò che diamo è ciò che immaginiamo, pensiamo, riteniamo serva all’altro.

E difficilmente, purtroppo, ci azzecchiamo, sempre centrati sui nostri bisogni.

E’ un pò come quando arrivi a casa, stanco ed affamato (e a me succede spesso!) e tua moglie ha cucinato il suo menù preferito (fortunatamente mi succede di rado, questo!). O come se ti apprestassi a ritirare la macchina dei tuoi sogni…ma di marca, modello, colore ed optional scelti dal tuo vicino di casa.

E’ un pò come se, uscito per fare una passeggiata all’aria aperta, incontrassi un amico che pensando di farti un favore, ti caricasse a forza sulla sua auto.

Il menù è sicuramente ottimo, e sono certo che sia costato tanta fatica. E l’auto sarà anche bellissima, ed il passaggio sicuramente un bel gesto.

Ma non è ciò di cui avevi bisogno in quel momento.

Ho notato come spesso diamo tantissimo nei rapporti interpersonali partendo da ciò che pensiamo l’altro voglia. E se poi l’altro – giustamente – non si dimostra riconoscente, ci rimaniamo male fino a pensare che non ne valga la pena.

Allora “non è vero che siamo incapaci di dare: è che spesso diamo ciò che noi pensiamo serva, piuttosto che ciò di cui l’altro ha bisogno”.

Nel mese di giugno la frase del mese sono certo aprirà in me molte domande: cosa vuole il mio partner da me, di che cosa ha bisogno il mio cliente davvero, cosa desidera concretamente il mercato dal mio prodotto/servizio? 

Sono domande che certamente mi renderanno più ricco, e non solo in senso lato. Tu cosa ne pensi? scrivilo in calce o contattami qui: sarebbe bello scambiare due parole!